mercoledì 28 ottobre 2009

PERCHE' UN MUSEO DI FOSSILI A CARBONIA?

http://www.blogger.com/home
GRUPPO RICERHE SPELEOLOGICHE
"Edouard Aldred Martel"
via Campania
C A R B O N I A

09.05.1992


PERCHE' UN MUSEO DI FOSSILI A CARBONIA?
(Giorgio Secci)


Perchè un museo didattico di paleontologia a Carbonia?

Per sopperire alla carenza di strutture culturali, formative e scolastiche in un ambiente dove abbondavano fino a non molto tempo fa, e forse ancora abbondano, 'collezionisti' dalla preparazione specifica alquanto lacunosa, spinti ad interessarsi al fossile come mezzo di 'tornaconto economico' (?) o come merce di scambio per altre 'collezioni'.

In una società dove tutto viene monetizzato anche la paleontologia non poteva che restare coinvolta!

L'amore per la natura, lo spirito d'osservazione e, principalmente, la curiosità che fa sorgere interrogativi sul perché delle cose, sembra essere divenuto cosa di poco conto.

D'altra parte, le preziose testimonianze del nostro passato ci sono utili per dare concretezza ad una storia che, per noi, in verità sempre sa di fantastico.

Siamo certi di non esagerare quando affermiamo di vivere in un territorio che è un vero e proprio microcosmo. Esso contiene, infatti, quasi tutti i momenti essenziali documentabili della storia geologica della nostra terra.

Certamente amiamo a tal punto il nostro ambiente naturale che le nostre affermazioni possono apparire dettate da eccessivo entusiasmo, ma è a questa fede che abbiamo attinto per tanti anni fino ad arrivare alla realizzazione di questo museo didattico: proporre una traccia per imparare ad esaminare, leggere e conoscere il territorio.

Ecco, in breve sintesi, il motivo per cui è nato questo museo. Ecco perchè si tratta di museo 'didattico'.

Quanti siano i musei didattici naturalistici oggi in Sardegna nessuno è in grado di dirlo. In realtà è assai difficile orientarsi fra istituzioni statali, musei civici, raccolte di enti vari, collezioni private e non.

Il risultato è che esistono nell'Isola un certo numero di "Musei naturalistici" celati non perchè i proprietari, pubblici o privati, intendano tenerli nascosti, ma perchè manca l'informazione, la sensibilità e, molto spesso, i mezzi per proporre al pubblico la loro stessa esistenza.

Uno di questi è stato, per quasi vent'anni, il Museo che il Gruppo Ricerche Speleologiche "E. A. Martel" di Carbonia ha ospitato, ed ospita, nella sua sede sociale, a poche decine di metri dal civico Museo Archeologico di Villa Sulcis.

Museo didattico nato, allora con pochi ma pregiati esemplari, fra il 1970 e il 1971, come raccolta naturalistica di vario genere che man mano col passare degli anni e col maturare delle esperienze si è sempre più specializzato ed arricchito.

Sono attualmente in fase di riorganizzazione la sezione Speleologica in senso stretto e quella Speleobiologica, mentre ormai è in via di definitivo consolidamento la sezione Paleontologica, della quale in questo momento parliamo.

Nei primissimi anni '70 i Soci del G.R.S. ritennero opportuno creare una prima raccolta a scopo divulgativo, principalmente indirizzata agli allievi delle scuole medie e superiori del territorio, oltre agli aspiranti speleologi che frequentavano i vari corsi annuali organizzati dal Gruppo.

Il primo nucleo, opera di "Lelle" (Mario S. G. Di Stefano), venne successivamente ampliato dai "giovani Soci" del G.R.S., con reperti non solo paleontologici e speleologici, ma anche archeologici con alcune ossa umane, fitti litici e manufatti ornamentali. Per detti reperti archeologici, grazie all'opera dell'allora giovanissimo autore della presenta nota ed ai consigli, sempre ponderati, dell'allora Ispettore Onorario all'Archeologia Sig. Vittorio Pispisa, si chiese ed ottenne l'autorizzazione alla custodia degli stessi da parte della Sovrintendenza alle Antichità di Cagliari.

Fu sempre grazie all'opera di campagna dei "giovani Soci" che la raccolta paleontologica si arricchì di una cospicua raccolta di brecce ossifere tratte dalle grotte del territorio sulcitano.

A partire dagli anni '80 la collezione di fossili aumentò notevolmente in volume e qualità, quando lo scrivente donò al G.R.S. la propria intera collezione paleontologica di oltre cinquecento esemplari, riguardanti -praticamente- tutti i periodi geologici che abbiano interessato l'Italia e la Sardegna.

Le collezioni del Museo Didattico di Paleontologia del Gruppo Ricerche Speleologiche, varie volte -ma saltuariamente- esposte al pubblico, vennero fra il 1983 e il 1992 esposte in diverse mostre locali e regionali, non ultima quella del 1985 promossa dalla Amministrazione Provinciale di Cagliari e dal Comune di Carbonia.

Numerosissime sono state nel tempo le esposizioni in sedi di altri Gruppi Speleologici Sardi, in occasione di ricorrenze, di mostre speleologiche o di convegni.

Grazie a successive donazioni si è infine giunti all'attuale situazione che permette, anche grazie all'interessamento del Comune di Carbonia (che ha messo a disposizione una ventina di teche), l'esposizione di circa 700 esemplari fra i più rappresentativi ed interessanti dell'intera storia geologica Sarda ed Italiana.

Altro materiale resta per il momento ancora imballato per mancanza fisica di spazio, ma poichè crediamo che le cose maturino col maturare delle esperienze e non in modo artificiale, siamo fiduciosi che domani verrà trovata adeguata sistemazione anche per questi esemplari, con vantaggio di tutti, dei giovani in special modo.

Ognuna, od ogni gruppo di vetrine, racchiude esemplari di corrispondente periodo geologico, già dal precambrico, ed in ciascuna di esse viene indicato di quale periodo si tratti, mentre ogni campione ha la sua etichetta di identificazione con relativo nome scientifico.

Le vetrine sono disposte e ordinate cronologicamente in funzione dell'era, del periodo, della serie e del piano a cui risalgono i fossili in essa esposti.

Diversi disegni originali, in colore o bianco e nero, Autore con la -"A maiuscola"- Sig. Ruggero Soru (uno dei "giovani Soci"!), adornano le pareti e illustrano gli habitat in cui gli esemplari in questione vivevano, mentre piccole teche in qualche angolo racchiudono qualche particolare campione.

A parte vengono descritti i più rappresentativi esemplari di ciascuna delle vetrine del museo.

Giogio Secci
09.05.1992